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L’eterno racconto

10,20

“Di fronte a queste credenze in cui si intrecciano la morte, la notte, le acque, i viaggi, abbiamo l’impressione di aver vissuto anche noi questi miti: nei nostri sogni, nella nostra paura, nella nostra fiducia, nel nostro essere che reca in sé la memoria vagabonda della specie”. (Edgar Morin, “L’uomo e la morte”) “Tutti questi avvenimenti, benché completamente impossibili, sono probabilmente simili a quelli che potrebbero essere accaduti, così come altri che non sono mai accaduti potrebbero sempre essere” (James Joyce, “Finnegans Wake”)

Descrizione

Roberto Gerbi, l’autore, ha avuto l’idea di scrivere questo libro dalla lettura, o meglio dall’ennesima rilettura, di un brano di Jorge Luis Borges che lo ha sempre affascinato.

Alcune delle storie che troverete nel volume hanno preso spunto dalla mitologia, dalla storia, dalla letteratura e dalle arti popolari, prima di tutto il cinema.
Queste storie cercano, a volte inconsapevolmente, di rispondere a grandi domande: Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? Come è nato il mondo? Come finirà? Perché esistono il male e la morte?
Non sempre in grado di rispondere con ipotesi scientifiche, l’uomo risponde con verità psicologiche, che non sono per questo meno “vere”; come affermava Joseph Campbell: “La mitologia è […] psicologia scambiata per biografia, storia e cosmologia.”
In conclusione, l’autore afferma che chiedere di una certa fiaba o preferire un certo mito non ha nulla di casuale: ognuno evoca una situazione specifica che gli consente di elaborare e affrontare difficoltà reali. In questo le fiabe e i miti sono utili: nel trasformare i nostri stati interiori in immagini più comprensibili e assimilabili.

Proviamo dunque, per qualche ora, a chiudere gli occhi, a ritornare bambini, a lasciare che l’eterno racconto torni ad affascinarci e, forse, ad aiutarci.

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